lunedì 3 giugno 2013

I ''grandi'' d'Olanda - Mulini a vento

"Ed ecco intanto scoprirsi da trenta o quaranta mulini da vento, che si trovavano in quella campagna; e tosto che don Chisciotte li vide, disse al suo scudiere: «La fortuna va guidando le cose nostre meglio che noi non oseremmo desiderare. Vedi là, amico Sancio, come si vengono manifestando trenta, o poco più smisurati giganti? Io penso di azzuffarmi con essi, e levandoli di vita cominciare ad arricchirmi colle loro spoglie; perciocché questa è guerra onorata, ed è un servire Iddio il togliere dalla faccia della terra sì trista semente. — Dove, sono i giganti? disse Sancio Pancia. — Quelli che vedi laggiù, rispose il padrone, con quelle braccia sì lunghe, che taluno d'essi le ha come di due leghe. — Guardi bene la signoria vostra, soggiunse Sancio, che quelli che colà si discoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da vento, e quelle che le paiono braccia sono le pale delle ruote, che percosse dal vento, fanno girare la macina del mulino. — Ben si conosce, disse don Chisciotte, che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disugual tenzone.» Detto questo, diede de' sproni a Ronzinante, senza badare al suo scudiere, il quale continuava ad avvertirlo che erano mulini da vento e non giganti, quelli che andava ad assaltare".


La frase "combattere contro i mulini a vento" viene utilizzata quando ci si scontra con nemici immaginari, o anche quando la battaglia viene considerata persa in partenza.
In questo caso, però, ci soffermiamo sui mulini a vento reali, non dettati dalle lotte civili, sociali, e psicologche, illustrando le loro funzioni, la loro storia, e qualche piccola curiosità.

Storia e funzioni 
I mulini a vento hanno origine persiana. Gli storici sono concordi nell'affermare che i primi esemplari vennero costruiti nel VII secolo d.C. nei territori che oggi appartengono all'attuale Iran.
Il mulino a vento è una struttura costruita per sfruttare l'energia del vento trasformandola in energia meccanica utilizzabile per scopi o processi agricoli, artigianali e industriali.
Erano sostenuti da strutture innalzate sulla torre di un castello o in cima ad una collina ed erano costituiti da un vano superiore che ospitava le mole e da uno inferiore che alloggiava il rotore.
Utilizzati per macinare cerali e azionare le pompe per l'irrigazione dei campi, i mulini persiani erano dotati di pale di stuoia intrecciate che, spinte dal vento, mettevano in moto una ruota alla quale queste erano fissate.
Era anche abitudine ricoprire metà della ruota, spesso con un muro: un accorgimento attraverso il quale non si rischiava che le pale, trovandosi momentaneamente controvento, frenassero il movimento della ruota.
L'uso dei mulini non si diffuse immediatamente in tutto il mondo: per vederli arrivare in Europa, infatti, dobbiamo aspettare il XII secolo.
Si può dedurre l'inizio di questa 'esotica' usanza grazie ad una bolla pontificia datata 1105, nella quale si autorizzava la costruzione di mulini a vento nelle diocesi di Coutances, Bayeuz e Evreux.
I mulini europei erano molto più grandi rispetto a quelli persiani, oltre ad essere dotati di un maggior gradi di complessità.
I mulini a vento hanno avuto una notevole importanza nel sollevamento dell'acqua in Olanda e in Inghilterra prima dell'invenzione della macchina a vapore.
Nell'area del Mare Mediterraneo orientale in passato si era diffuso anche un modello di mulino eolico chiamato mulino fenicio, in cui le pale erano posizionate all'interno del corpo della costruzione, di forma cilindrica. Le finestre sul mulino indirizzavano l'aria all'interno muovendo le pale. Questo tipo di mulino era adatto a zone con venti deboli ma costanti. Un bell'esempio di mulino fenicio è situato nel comune di Borgio Verezzi in provincia di Savona.
In Italia antichi mulini a vento a sei pale, conservati o restaurati, sono ancora utilizzati nelle saline di Trapani per la macinazione del sale o per il pompaggio dell'acqua marina da una vasca all'altra della salina.

 I mulini in Olanda

Per secoli i mulini (molen) sono stati uno strumento irrinunciabile della vita degli olandesi; infatti ancora oggi per dire che qualcuno è impazzito, si dice che deve essere stato colpito in testa dalla pala di un mulino. In passato nei Paesi Bassi c’erano più di 10.000 mulini e venivano spesso usati sia per la macinazione industriale del mais, che per drenare l’acqua in eccesso. I mulini a vento sono festeggiati ancora oggi: nella Giornata nazionale del mulino e per le festività nazionali vengono decorati con fiori, immagini di angeli ed in alcuni casi con la bandiera olandese.


Storicamente, i mulini a vento olandesi avevano molte funzioni. La più importante era probabilmente pompare l’acqua dal terreno e immetterla nei fiumi al di là delle dighe, per ottenere terreno coltivabile. Nel quattordicesimo secolo i mulini vuoto all’interno erano usati per far funzionare enormi ruote che prosciugavano i terreni acquitrinosi.
Il Mulino de Roos a Delft è nato ad esempio con questa funzione, e solo nel diciottesimo secolo è stato ricostruito su una base in pietra più alta; oggi è stato restaurato ed è visitabile.

Ad Amsterdam c’è il Mulino de Otter, l’unico mulino-segheria ancora in attività; il Mulino de Valk (“Il Falco”) di Leida, ora restaurato, è tornato a macinare il grano, ed è anche un museo, a testimonianza della storia dei  mulini a vento nella zona.

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